Avete presente il classico silenzio
iniziale ed imbarazzato, tipico di un appuntamento al buio , nel
quale due sconosciuti si studiano senza trovare nulla di intelligente
da dire per rompere il silenzio?
Mi trovo in una piccola sala di
una nota clinica milanese, le diciassette sono passate da qualche minuto
ed ho in braccio a me, avvolta in un panno verde, la mia piccola.
Sono seduto su di una sedia colorata, di
quelle con le forme un po' eccentriche , disegnate da qualcuno che probabilmente non ha mai provato l'ebbrezza di spaparanzarsi.
In compenso dovrebbe consentirmi di
dondolare lievemente.
Sfrutto questa caratteristica, nella
speranza di fare cosa gradita , non essendomi premurato di prendere un mazzo di fiori.
Attaccata al mezzo metro di corpicino c'è un
apparecchio.Sul display vedo dei numeri che dovrebbero segnalare eventuali variazioni sensibili del battito cardiaco – a meno che quel cuore non sia il logo.
Tutto tace.
Persino lei.
Le braccia un po' mi tremano, a causa
di una tanto irrazionale quanto scontata paura di farla cadere. E' pur vero che mi cade spesso la roba
dalle mani, dal telefono alle penne.
Mentre la forza di gravità fà il suo lavoro riesco pure ad emettere un urlo del tipo "nnnoooo!"
Mi è stata consegnata appena due
minuti fa. In realtà non avevo realizzato subito che fosse mia
figlia, in quanto una volta che il personale medico ha suggerito la
necessità di fare il cesareo, mi son premurato di chiedere ad una
ragazza vestita di verde quanto durasse il tutto , e mi è stato
risposto "più o meno un'ora".
Bene,mi dicevo, ho tempo per
prepararmi psicologicamente.
Alla buon'ora, eh.
Mi fanno accomodare in questa saletta,
abbastanza vicino alla sala operatoria. Un bacio a mia moglie, sul
lettino che la trasporta , ed inizio a fare un paio di telefonate ai
parenti per aggiornarli.
Dopo pochissimo sento un pianto, di
quelli che fino ad ora avevo solo in qualche scena finale di film. È il pianto di un
nuovo essere che inizia la sua vita. Un lamento forse, un "ma
perchè,dico io, stavo così bene...chi mi ha sfrattato?" seguito da un " adesso cosa state facendo con il mio cordoaaaaargh".
Bene – penso – avranno finito il
precedente, mi sà che ora tocca a mia moglie.
Una ragazza vestita di verde ( scusate ma ancora
oggi non mi è perfettamente chiara la relazione colore-mestiere, anche se l'ho letto diverse volte)
sta portando in braccio l'esserino verso una stanza dove avviene il
primo bagnetto.
Dopo un paio di minuti che se lo
lavorano, mentre sono impegnato a guardare il polline volare nel
cielo di Milano da una finestra qualunque di un primo piano , sento
"Papà?"
Qui i genitori vengono chiamati dal
personale semplicemente con i titoli di Papà e Mamma. Saranno le
linee guida dell'ospedale, alla fine non è male e ti ricorda continuamente quale
è il tuo ruolo adesso.
"papà?" sento ancora.
Ma ce l'ha con me? (del resto è la prima volta in vita mia che vengo chiamato così, quindi un po' di attenuanti datemele)
"vuole vedere il suo bambino?"
mi dice, con un'aria un po' stupita. Leggo nei suoi occhi un "ma che, non
te ne frega niente?"
"eh, certo appena nasce..."
"guardi che è questa..."
oh cazzarola.
Non ero pronto al 100%.
Cioè , credevo di avere
almeno altri tre quarti d'ora per metabolizzare , razionalizzare.
Avrei dovuto forse pensarci prima, in effetti l' appuntamento era in
programma da nove mesi.
Chiedo come sta mia moglie, mi rispondono che
è tutto ok.
È solo un modo per rimandare ancora di qualche secondo le presentazioni.
Lei è stesa , già pulita. La testa è
un po' ovale. All'inizio è spesso così, poi si aggiusta con i
giorni.
Mi sono documentato bene. Pure per quel liquido scuro che si trova nei primi pannolini , così non mi spavento per nulla.
Mi chiedono come intendo chiamarla, devono
scrivere il suo nome su di un modulo.
Qui sono preparato, l'avevamo già scelto da mesi.
Lo pronuncio per l'ennesima volta, ma
stavolta è diverso.
Stavolta lo faccio guardandola.
Dopo le fanno una piccola puntura al
piede, per un esame che mi avevano spiegato al corso preparto, Anche qui ero preparato. Possiamo dire che fino ad ora me la stò cavando, su.
Mi spiegano che l'avrebbero portata
qualche minuto da mia moglie, per fargliela vedere, e che nel
frattempo avrei potuto tornare nella "mia" saletta.
Faccio partire un paio di telefonate
per rassicurare tutti, il cesareo è andato bene, la piccola è nata, non somiglia all'idraulico, sembra stia bene, insomma evvai.
Ed ecco che la woman in green ritorna,
e me la piazza in braccio. Decido immediatamente di sedermi, un po'
perchè pesa ( a proposito quanto?me l'han pure detto) un po' per
ridurre l'accellerazione di gravità nel caso in cui la facessi
cadere.
Eh son paranoie, che ci volete fare. Poi uno si scioglie e
passano , per essere sostituite da altre.
Ho accettato questa cosa, in fondo tra una trentina di anni potrò rilassarmi.
Credevo fosse una cosa del tipo "Papà
, tienila un attimo per favore" ed invece , dopo averla presa
tra le braccia e fissata per qualche secondo, mi volto e la tizia è
sparita.
C'è silenzio, persino la piccola non
dice nulla.
E rieccoci al momento imbarazzante di
cui vi parlavo.
Bella è bella, (ovviamente non posso essere obbiettivo) cerco subito di capire
a chi somigli. Al sud ci teniamo a queste cose.
In realtà speravo somigliasse più a
mia moglie, in effetti prima di oggi non riuscivo ad immaginare la mia versione
femminile. Vabbè che poi con il tempo cambia, o almeno così dicono.
Mi viene da parlare a voce bassa, per
non disturbarla mentre mi osserva. Ha gli occhi aperti, il colore non si capisce
ancora e se ho capito bene non si capirà ancora per un bel po'.
Non ricordo di cosa le ho parlato,
probabilmente mi son presentato un po' goffamente, o almeno non
brillantemente quanto avrei voluto.Ammetto che ci tengo a fare colpo su
di lei, ma son sicuro che la vita mi offrirà altre occasioni. E che
cavolo, dicono ( sempre queste fonti imprecisate , in realtà si
tratta di volgo popolare ) che le femmine si attacchino
particolarmente ai padri , quindi in teoria dovrei partire
avvantaggiato.
Dopo un po' mi stupisco che non inizi a
piangere.Lo troverei ovvio. Mi fissa, o almeno credo visto che ho letto (sempre da qualificatissime fonti internettiane ma pure su di un libro di Piero Angela che avevo preso apposta) che all'inizio
al massimo vedono delle ombre, e apre un po' la bocca, con un gesto
che associo alla poppata. Credo abbia fame. Il tempo di restare
affascinato dalla maestosità degli istinti umani, che mi rendo conto
di non avere nulla da offrirle.
Nella saletta ci son le macchinette automatiche, chissà se le piacciono le patatine.
Provo a chiedere ausilio al personale
che cammina nel corridoio, proprio in quel momento passa una con il
camice bianco. Non sapendo come appellarla mi limito a "scusi?"
ma non ottengo risposta. Forse sono io che parlo a voce troppo bassa,
forse lei era soprapensiero.
Poi realizzo.
Non verrà nessuno, almeno per un altro
po'.
E' tutto studiato a tavolino. Hanno
organizzato questo incontro per conoscerci, per creare un legame.
Ti hanno incastrato a questo appuntamento, baby, piacere di conoscerti.
E non hai nemmeno un cellulare per farti chiamare da una amica e svincolarti con una scusa.
Mi guarda , probabilmente pensando
qualcosa del tipo "vabbè, poteva andare peggio."
Se è vero che sente bene gli odori,
non è che profumi di rosa, dopo più di quindici ore in ospedale.
Alla fine resto in silenzio anche io,
ad osservare il mio piccolo miracolo.
E proprio quando inizio a rilassarmi scade il tempo, me la portano via.
Speriamo di non aver fatto troppo la figura dello scemo, chissà se mi richiamerà.
Come primo appuntamento non è stato male.
Magari la prossima volta mi porto un po' di latte.
TANTE CONGRATULAZIONI!!! Auguri per questa nuova vita da papà!!
RispondiEliminaMa congratulazioni Gegge, a te e signora!!!! Che bello, una bimba!!
RispondiEliminacongratulazioni e ben arrivata !!!!!
RispondiEliminaBenvenuta! :)
RispondiEliminaStupendo, tutto.
RispondiEliminaIl racconto, di te di lei.
Dicono che quando si nasce, i genitori non ce li scegliamo, ma questa piccolina, così a naso (seppur non si senta odor rose) ha scelto bene :-)
Congratulazioni a voi tre !!
grazie! e benvenute nel blog a voi tutte!
EliminaMa che bello questo racconto: traspaiono dolcezza e stupore infiniti.
RispondiEliminaIn bocca al lupo per questa stupenda avventura!
Oddio auguri!!!
RispondiEliminaAmmappete... sei diventato papà **
RispondiEliminaAuguroni!
Moz-
Ma che splendida emozione! Bacia la mamma e... Geggina
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